Usanze pagane e tradizione cristiana si fondono in quella che è la più famosa e misteriosa celebrazione abruzzese: la Festa dei Serpari.
La celebrazione è dedicata a San Domenico Abate il quale, secondo una tradizione locale, si cavò un dente per donarlo alla popolazione che gli diede protezione e questo fece scaturire una fede che andò a soppiantare il culto pagano della Dea Angizia, protettrice dai veleni, tra cui quello dei serpenti.
Il 1° maggio, data della festa, i serpari, gli esperti manipolatori di serpenti, girano per la piazza fin dalle prime ore del mattino, adornati dai serpenti che hanno catturato durante i mesi precedenti. Nel frattempo altri antichi riti propiziatori avvengono nella chiesa: i fedeli tirano con i denti la catena di una campanella per proteggersi dal mal di denti e poi raccolgono la terra benedetta per proteggere la propria casa.
A mezzogiorno la statua del Santo viene portata in processione, ricoperta dai serpenti e toccata da tutti i fedeli. A seconda di come gli animali avvolgeranno la Statua, i Cocullesi trarranno buoni o cattivi auspici per il futuro.
Alla fine della celebrazione ogni serpente viene rimesso in libertà nello stesso punto in cui è stato catturato.